Moto nel mondo dei fumetti

Moto nel mondo dei fumetti

Moto nel mondo dei fumetti

Dagli anni Settanta in poi, un numero innumerevole di artisti del fumetto e del manga si sono lasciati trasportare dal desiderio di inserire le moto come fedele campagna di avventure dei protagonisti dei loro progetti artistici. Come risultato di questa corrente abbiamo oggi un tesoretto di opere permeate di violenza, vendetta, velocità e passione.

Vediamo insieme i più eclatanti per paese.

 

Stati Uniti

Marvel ed DC rappresentano il fiore all’occhiello del fumetto a stelle e strisce. Tutte e due si sono lasciate trasportare dalla passione per le motociclette, portando ai lettori dei personaggi più o meno legati alle moto.

La DC ha sempre messo a disposizione di Batman un innumerevole quantità di gadget high-tech e di mezzi incredibili, tra cui diverse moto. La passione che Bruce Wayne ha per le moto non è assolutamente un segreto. Il Cavaliere Oscuro ama le due ruote, ma il suo alter ego femminile ne ha fatto una vera e propria bandiera. Barbara Gordon, Batgirl, fin dalle sue prime apparizioni sceglie una scattante due ruote per spostarsi nella città e affrontare la mala di Gotham City.

La Marvel, oltre alle moto guidate da Captain America e, più recentemente, da Hit-Girl, ha voluto creare un personaggio strettamente legato alle moto: Ghost Rider. Nel personaggio dello spirito della vendetta c’è la tradizione circense americana che ha nelle esibizioni con le motociclette una delle sue attrazioni più classiche, tra salti di file di auto ed evoluzioni nella cosiddetta ‘gabbia della morte’. Dall’altro lato c’è la sottocultura rock, alla quale le gang di motociclisti hanno spesso legato la loro storia.

 

Giappone

Il paese del Sol Levante è la patria dei più grandi brand motociclistici al mondo. Tra gli anni ‘70 e gli anni ‘80 è stato percorso da un movimento che nel tempo ha assunto le proporzioni di una vera e propria emergenza sociale: le gang Bōsōzoku, termine che significa letteralmente ‘le tribù della velocità sfrenata’.

La società giapponese, soprattutto a quei tempi, era caratterizzata da una stretta osservanza delle regole di convivenza. A questo tipo di vita e di inquadramento mentale, i Bōsōzoku preferivano un’esistenza di tipo anarchico, liberi vivere in sella alle proprie moto una vita – a lor modo di vedere le cose – spensierata e avendo come unica fonte di sostentamento il microcrimine.

L’impatto che questa corrente di ribellione ebbe sulla cultura pop Giapponese fu incredibile. Infatti, in Akira, a farla da padrone sono bande di motociclisti che combattono tra loro per il controllo e la conquista del territorio. Anche in questo caso i protagonisti possiedono poteri psicocinetici, considerati emblemi di una società distrutta e corrotta, dove l’isolamento individuale dilaga. La moto rossa di Kaneda, uno dei personaggi principali, ha una potenza visiva incredibile ed iconografia futurista dove uomo e motocicletta si compenetrano in un’unica materia rimarcando quanto il veicoli a due ruote diventino un prolungamento del proprio corpo.

In Durarara, la situazione è più simile a quella che abbiamo in Ghost Rider. In una Tokyo, popolata da gang violente e dai tratti cyberpunk, una motociclista in cerca della sua testa ( si esatto, è senza testa) domina incontrastata in sella alla sua moto nera.

In Bari Bari Densetzu si inizia con le gare clandestine organizzate in strada, più nello specifico su strade tortuose di montagna. Questa tipologia di piloti clandestini veniva chiamata “rolling-zoku”, una branchia dei Bōsōzoku menzionati prima. La storia poi evolve e si incentra su gare illegali del campionato nazionale velocità Giapponesi.

In Mars invece la storia non ha nulla a che vedere con gang criminali. Uno dei due protagonisti è motociclista e, assieme alla coprotagonista, si aiutano ad uscire dai propri traumi e a realizzare i propri sogni.

 

Francia

In Francia è la passione per il motociclismo a farla da padrone. Nel 1989  Christian Debarre (Bar2) da vita sulle pagine di Moto Journal, ad una serie di tavole che raccontano le rocambolesche avventure di un gruppo di motociclisti degli anni ‘70 che hanno nel bar di Joe il loro punto d’incontro.

Debarre descrive con un’abilità incredibile i motociclisti dell’epoca con la loro fede, le loro manie e le loro convinzioni granitiche. Così, in breve tempo, le storie di Edouard Bracame, detto ‘Ed il Polso’, e dei suoi compagni d’avventura diventa un successo straordinario.

 

Italia

In italia ultimamente qualcosa si sta muovendo. L’anno scorso il fumettista italiano Tommaso De Stefanis ha realizzato una serie di fumetti in collaborazione con Mv Agusta.

I protagonisti sono la Turismo Veloce, la Brutale, la Rush, la Dragster e la F3. Ognuno di questi modelli è affiancato all’archetipo del proprietario ideale. Il concetto si basa su una serie di storie brevi ispirate alla tradizione del fumetto noir e agli eroi protagonisti dei fumetti a tema motori degli anni 70.

 

Il nostro viaggio tra le moto ed i fumetti termina qui. Come anticipato ci era impossibile nominarli tutti in una volta sola. Abbiamo dimenticato qualcosa?  Faccelo sapere nei commenti.

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