Le moto devono pagare metà del pedaggio autostradale?

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Le moto devono pagare metà del pedaggio autostradale?

E’ giusto che un motociclista debba pagare la stessa cifra di un automobile per il pedaggio autostradale? A noi sembra di no, come sono dello stesso parere i sostenitori della petizione a tale proposito. In Italia, su una tratta equivalente come la Firenze–Napoli (468 km), una moto di piccola cubatura paga quanto una vettura di grossa cilindrata: 33 euro. Secondo noi, il pedaggio dovrebbe essere adeguato al fatto che le misure di una moto sono ridotte rispetto a quella di un auto, specie se di grossa cilindrata.

La disparità europea sulla tariffazione autostradale è messo in risalto dalle politiche in favore della moto applicate in Inghilterra, Germania, Danimarca, Svezia, Portogallo, Olanda, Belgio, Slovenia e Austria. In quasi tutta l’Europa Occidentale, i motociclisti circolano gratis o godono di tariffe agevolate. Stiamo parlando di stati europei, quindi il principio potrebbe valere tranquillamente per la nostra nazione, e la disparità andrebbe sostituita con una tariffazione non punitiva, ma anzi di premio delle due ruote.

Si riconosca alla moto il valore aggiunto delle piccole dimensioni, e del minor peso in autostrada. I grandi Paesi hanno riconosciuto nelle due ruote la cura più efficace alla congestione delle nostre città. Perché le autostrade italiane non abbracciano questo più ampio progetto di viabilità dimezzando il pedaggio autostradale? Un motociclista pendolare che fa poche decine di km al giorno risparmierebbe centinaia di euro all’anno. Questo significa qualcosa di simile a bollo e assicurazione gratis.

Pedaggio autostradale: la Route 66 non costa nulla!

In Italia le moto pagano il pedaggio autostradale come le auto, in America la strada più blasonata del mondo ha costo 0! Oggi la Route 66 è stata dismessa infatti come autostrada federale, ma molte parti delle 2.400 miglia esistono ancora ed hanno un particolare fascino agli occhi dei motociclisti che vogliono assaporare quel senso di libertà che solo percorrere un tragitto storico può dare. Tanto fascino, nessun pedaggio autostradale.

Il nostro viaggio inizia a Chicago per percorrere tutta l’iconica Route 66 fino a Santa Monica. Non importa se si è abbastanza fortunati da vivere vicino a una delle sue estremità o – come noi – si debba prendere un aereo e noleggiare una moto, ciò che importa è impacchettiamo le nostre cose e diamo inizio a quest’avventura.

Route 66, un sogno che non finisce mai

GIORNO 1: CHICAGO

Chicago è sicuramente una città che vale la pena visitare. Le location da non perdere assolutamente sono il Field Museum of Natural History e lo Skydeck della Sears Tower, avrai il coraggio di mettere i piedi nel vuoto? Assicurati di visitare il simbolico punto di partenza della Route 66: l’Art Institute di Chicago a Grant Park. (L’ultimo cartello ufficiale US-66 di Chicago era situato su un lampione appena a sud della galleria.) Mentre si è in zona, scendendo lungo Jackson Boulevard è possibile trovare Lou Mitchell Diner, il ristorante è parte integrante della Route 66, consumare un pasto in una location storica è considerata tappa. (credits: Wikipedia)

GIORNO 2: DA CHICAGO A SAINT LOUIS
Siamo finalmente su strada in direzione sud verso Saint Louis. Tappa da 300 miglia circa che ci permette di arrivare a St.Louis con tutta calma. La Route 66 Assosiation Hall of Dame & Museum di Pontiac è assolutamente da non perdere.

GIORNO 3: SAINT LOUIS
Si può non visitare St. Louis? Ovviamente no. L’iconico Gateway Arch della città è semplicemente mozzafiato, soprattutto se si sale fino in cima. Vale la pena visitare anche il National Blues Museum, un luogo pieno di mostre interattive e artefatti che illustrano la storia del Blues e le sue variazioni regionali.

GIORNO 4: DA SAINT LOUIS A TULSA
Nuovamente su strada, questa volta per circa 400 miglia. Dirigendosi verso sud-ovest è possibile fare una deviazione per le Caverns Meramec; leggenda narra che Jesse James ne fece il suo nascondiglio nel 1800. Vicino alla nostra destinazione è possibile anche visitare la Blue Whale of Catoosa, una statua lunga 80 piedi che intrattiene visitatori sin dagli anni ’70.

GIORNO 5: DA TULSA A OKLAHOMA CITY
Dirigendosi verso Oklahoma City, è obbligatoria una sosta da Pops in Arcadia. Sorseggiare una delle 700 bevande aromatizzate disponibili avendo come sfondo una bottiglia al neon da 66 piedi è qualcosa di suggestivamente bizzarro. Ad Oklahoma City è obbligatorio visitare Oklahoma City National Memorial & Museum in centro (photo credits: Fin Art America)

GIORNO 6: DA OKLAHOMA CITY A AMARILLO
Si riparte. Lungo le 280 miglia di viaggio per arrivare ad Amarillo troviamo il Devil’s Rope Museum a McLean dove è possibile imparare tutto quello che c’è da sapere sul filo spinato. Appena fuori da Amarillo una chicca imperdibile: il famoso Cadillac Ranch, creato nel 1974 da tre artisti di San Francisco.

GIORNO 7: DA AMARILLO A ALBUQUERQUE 
Sulla nostra strada per Albuquerque, Adrian – punto di mezzo tra Chicago e Los Angeles, è assolutamente da vedere. Il nostro viaggio procede a Tucumcarito fino ad Albuquerque. Sicuramente la porzione “meglio conservata” di questa fantastica strada.

GIORNO 8: ALBUQUERQUE
Qui ad Albuquerque (la città che ha dato i “natali” mediatici al famoso Walter White di Breaking Bad) vale assolutamente la pena visitare l’Indian Pueblo Cultural Center ed i suggestivi paesaggi desertici Sandia Peak Tramway. I dintorni di Albuquerque sono colmi di paesaggi mozzafiato, assolutamente da visitare è il Petroglyph National Monument, una pista piena di rocce vulcaniche incise da nativi americani e dai primi coloni spagnoli.

GIORNO 9: DA ALBUQUERQUE A FLAGSTAFF
Di nuovo in sella, questa volta per circa 340 miglia. Acoma Pueblo (photo credits: Pinterest), situato a circa un’ora da Albuquerque, è la nostra prima tappa per la giornata. La più antica comunità abitata degli Stati Uniti merita sicuramente una visita. Non ci sono altre fermate lungo la strada verso Flagstaff.

GIORNO 10: FLAGSTAFF
Flagstaff, la location giusta per gli amanti delle avventure outdoor. Red Rock State Park a Sedona, sede del canyon di arenaria rossa. Per gli amanti delle località boschive c’è la foresta nazionale di Coconino dove è possibile vedere i pini della Ponderosa. Ultimo ma non meno importante: Walnut Canyon National Monument.

GIORNO 11: DA FLAGSTAFF A BARSTOW 
È ora di rimettersi in viaggio, ci si dirige verso ovest per circa 510 miglia. Prima di lasciare l’Arizona è obbligatorio fermarsi al Snow Cap Drive-In di Delgadillo, un classico ristorante in sintonia con questo itinerario. Arrivederci Arizona e benvenuta California! Si passa la notte a Barstow, un classico crocevia per i viaggiatori del deserto.

GIORNO 12: DA BARSTOW A LOS ANGELES 
Le nostre ultime 130 miglia di Route 66. Arrivare a Los Angeles è un mix di sensazioni uniche. Stare di fronte al cartello Route 66 sul Santa Monica Pier soddisfa il nostro ego riempiendoci di orgoglio e senso di realizzazione. Lungo tutto il viaggio è possibile vivere momenti indimenticabili incastonati in paesaggi stupendi. La possibilità di assaporare, anche se in piccole dosi, il senso di libertà provato dagli uomini che calcavano queste strade diversi anni fa regala emozioni indescrivibili.

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